domenica 22 febbraio 2015

PAN BRIOCHE CON LE CILIEGIE



Il pan brioche con le ciliegie è una ricetta semplice al gusto di ciliegie per una colazione dolce e diversa
Ingrdienti

zucchero
150 grammi

ciliegia snocciolata
600 grammi

pan brioche
4 fette

robiola
200 grammi

miele millefiori
1 cucchiaio

La preparazione del pan brioche con le ciliegie

1) Per iniziare la ricetta del pan brioche con le ciliegie lascia cuocere in una casseruola per circa 10 minuti un dl di acqua con 150 g di zucchero mescolando sempre e aggiungendo successivamente 600 g di ciliegie snocciolate. Fai cuocere il tutto per altri 20 minuti e poi lascia che si raffreddi.

2) Nel frattempo fai tostare 4 fette di pan brioche nel grill del forno e, in attesa, amalgama in una ciotola 200 g di robiola con un cucchiaio di miele millefiori. Una volta tostato il pan brioche spalmalo con la crema di formaggio e miele e versaci sopra un cucchiaio del composto di ciliegie. Mangia il pan brioche con le ciliegie subito in modo da gustare il contrasto tra la croccantezza del pane e la morbida crema di formaggio e ciliegie.



Curiosità sul pan brioche con le ciliegie

La ricetta di Sale&Pepe del pan brioche con crema di formaggio e ciliegie è ottima per gustare uno spuntino o una colazione dolce ma salutare. Dato il loro sapore dolce, infatti, verrebbe da pensare che le ciliegie siano frutti dall'alto contenuto calorico, ebbene non è proprio così. La gran parte delle proprietà benefiche delle ciliegie è legata proprio al loro basso contenuto calorico e glicemico e alla presenza di vitamine, acqua e proteine.

lunedì 9 febbraio 2015

Tagliatelle di farina di castagne

INGREDIENTI PER 5 PERSONE

200 g di farina di castagne
200 g di semola rimacinata (farina di grano duro)
3 uova
un tuorlo
olio extravergine d’oliva
Per il condimento
250 g di ricotta di pecora
pecorino grattugiato
maggiorana fresca
pepe

PREPARAZIONE DELLA RICETTA

Setaccio le due farine sulla spianatoia, faccio la fontana e ci metto le uova, il tuorlo e un cucchiaio d’olio. Amalgamo un po’ con la forchetta portando poca farina verso il centro e poi impasto per una decina di minuti fino a che la pasta è bella liscia ed elastica. La raccolgo a palla, la avvolgo nella pellicola e la lascio riposare, a temperatura ambiente, per una mezz’ora.
Trascorso questo tempo, divido la pasta in tre o quattro pezzi e, dopo averli stesi un po’ con il mattarello, li passo uno alla volta fra i rulli della macchinetta cominciando dallo spessore più largo e poi, via via, attraverso tutti gli altri per arrivare fino al penultimo (per evitare che si secchi la superficie della pasta conservo nella pellicola i pezzi in attesa). Una volta pronte, lascio asciugare le strisce di pasta per una decina di minuti, ben distese, prima di tagliarle ricavando delle tagliatelle di 7-8 mm. In attesa di cuocerle, le allargo su un vassoio coperto da un panno leggermente infarinato.
Setaccio la ricotta nella ciotola dove condirò la pasta e la mescolo con 1/2 cucchiaio di foglioline di maggiorana e una macinata abbondante di pepe. Cuocio le tagliatelle in abbondante acqua salata in ebollizione (se appena fatte sono sufficienti 2 minuti dalla ripresa del bollore). Diluisco la ricotta con 2 cucchiai dell’acqua di cottura, poi tiro su le tagliatelle con un forchettone e le mescolo delicatamente con il condimento. Le servo belle calde accompagnandole con il pecorino grattugiato.
Sono ottime anche con il classico pesto al basilico.
ABBINAMENTO: Pasta - Condimenti delicati
Con sughi e condimenti più delicati, di solito a base di verdure e ortaggi, bisogna orientarsi su vini bianchi, morbidi, giovani, equilibrati: un Grechetto umbro, un Falerio marchigiano, un Frascati. Anche in questo caso è difficile sbagliare se si opta invece per vini frizzanti o spumanti, dal Prosecco al TrentoDoc o al Franciacorta. I peperoni chiamano elettivamente il Sauvignon, il pesto il Vermentino. Se sono presenti ingredienti dolci (uva passa), si passa con naturalezza a vini più morbidi e appena zuccherini.
VINI: Falerio dei Colli Asolani, Frascati, Prosecco Brut, Sauvignon
* L'indicazione dei vini in abbinamento è per forza di cose generica e privilegia tipologie di facile reperibilità in tutta Italia. Ciò non toglie che per molte ricette tipiche la scelta di vini della stessa regione sia non solo possibile ma addirittura molto raccomandabile.

domenica 1 febbraio 2015

Seppie in zimino alla genovese

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

un kg circa di seppie
un kg di bietole piccole (erbette)
100 g di passata di pomodoro
15 g di funghi secchi
½ bicchiere di vino bianco
3-4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
una cipolla media
un grosso spicchio d’aglio
prezzemolo
sale
pepe

PREPARAZIONE DELLA RICETTA

Faccio rinvenire i funghi secchi in una tazza di acqua tiepida. Dopo aver pulito e lavato le seppie, divido i tentacoli e taglio a strisce le sacche. Trito la cipolla e, separatamente, trito finissimo lo spicchio d’aglio con una manciatina di prezzemolo.
Dopo averle lavate e sgocciolate, taglio le bietole a strisce eliminando le coste (almeno quelle più grosse).
Scaldo l’olio in un tegame ampio a fondo pesante e unisco la cipolla e il trito di aglio e prezzemolo. Faccio rosolare dolcemente e, quando la cipolla è ben appassita, unisco i funghi, strizzati e tagliuzzati. Ancora qualche minuto di rosolatura e metto nel tegame le seppie.
Rialzo la fiamma, mescolo e faccio insaporire le seppie a fuoco vivace. Quando cominciano ad asciugare, aggiungo sale e pepe e di seguito il vino. Appena è sfumato unisco la passata e dopo 5 minuti le bietole.
Dopo aver mescolato, abbasso la fiamma, metto il coperchio e faccio cuocere il tutto a fuoco lento per circa tre quarti d’ora. Controllo spesso e aggiungo quando necessario due dita di acqua calda. Negli ultimi 10 minuti di cottura, assaggio per regolare il sale.
Alla fine le seppie si presenteranno immerse in una salsa scura e leggermente brodosa. Le servo caldissime accompagnandole con pane fresco o anche con riso pilaf o, in inverno, con polenta bianca.

APPROFONDIMENTO

Pulire le seppie
Per non ritrovarsi con le unghie nere per qualche giorno, è consigliabile eseguire l’operazione indossando dei guanti usa e getta. Se fate eseguire la pulizia dal pescivendolo, chiedete di conservare a parte le vescichette con il nero.
1 Estrarre l’osso della sacca premendo la punta della sacca stessa e aprirla delicatamente facendo attenzione a non rompere la vescichetta che contiene il nero, poi tirare via i ciuffi di tentacoli con attaccate le interiora che vanno eliminate.
2 Se si utilizzano, staccare delicatamente dal resto degli organi interni le vescichette contenenti il nero (si riconoscono per il colore madreperlaceo del rivestimento) e raccoglierle in una tazzina.
3 Eliminare gli occhi tagliandoli via con le forbici ed eliminare anche il becco situato al centro dei tentacoli.
4 Tirare via la pelle delle sacche e lavare tutto più volte, sacche e tentacoli, sotto l’acqua corrente.
5 Lasciare ben sgocciolare e asciugare.
ABBINAMENTO: Pesce - Zuppe e Guazzetti
Come regoletta generale, più la base della zuppa contiene elementi grassi (ad esempio, delle fette di pane fritto), più è importante avere vini di buona acidità e alcolicità: Soave, Verdicchio, Grechetto dell’Umbria. Se la materia prima è costituita da pesci di grande sapore e untuosità, quali il tonno, il pescespada e il baccalà o lo stoccafisso, tornano di nuovo benissimo i rosati e anche i rossi giovani e poco concentrati, come un Chianti d’annata. Una ricetta robusta e intensissima quale il cacciucco sfida il classico luogo comune per il quale “sul pesce va il bianco”: un rosato o anche un rosso giovane, poco tannico, sgrassano il palato e preparano al boccone successivo. Un rosato poco alcolico è la scelta giusta anche su altre zuppe nelle quali entri come ingrediente il pomodoro. Con brodi e salse leggeri, poco grassi, con verdure, si passa invece a bianchi altrettanto leggeri, freschi e non alcolici.  
VINI: Grechetto dell’Umbria, Pigato, Verdicchio dei Castelli di Jesi
* L'indicazione dei vini in abbinamento è per forza di cose generica e privilegia tipologie di facile reperibilità in tutta Italia. Ciò non toglie che per molte ricette tipiche la scelta di vini della stessa regione sia non solo possibile ma addirittura molto raccomandabile.